SONO UN PROFESSIONISTA IN ODONTOIATRIA

In ottemperanza con quanto previsto dalla normativa vigente, dichiaro sotto la mia responsabilità di essere un professionista del settore odontoiatrico e di essere pertanto autorizzato a prendere visione del contenuto presente in questo sito internet.

SONO UN OPERATORE DELL’INDUSTRIA MECCANICA

La precisione nel Cr.Co. laser sinterizzato rivestito in ceramica

Morandini E.

CASE REPORT parte1
(.pdf - 797 KB)

Morandini E.

Classe 1946;
Diplomato al Cesare Correnti di MILANO nel 1967;
Titolare di Laboratorio dal 1970 a Pavia;
Nel 1980 crea per Detray gli smalti SM per la K+B Plus;
Nel 1990 brevetta la piastra a umidità superficiale permanente;
Nel 1995 trasferisce il suo laboratorio a Salice Terme dove risiede;
Da sempre interessato alla gnatologia ne segue assiduamente l’evoluzione fin dai primordi;
Autore del libro “Concetti per una creatura tridimensionale” ediz. Quintessenza.

NumeriUno, 17: 9-11, 2013
NumeriUno, 18: 16-19, 2014
Le nuove tecnologie CAD-CAM hanno portato a una vera rivoluzione in campo odontoiatrico ed odontotecnico in particolare. Oltre ai nuovi materiali, come lo zirconio, vengono anche proposti con questa tecnologia anche materiali più sperimentati come il titanio e il cromo cobalto; questo ultimo oltre che con la tecnica della fresatura viene anche lavorato col sistema laser sinterizzato, praticamente una costruzione per addizione di microscopiche sfere brasate-saldate da un laser numericamente guidato. Nella ricerca di un materiale che potesse sostituire il metallo prezioso, giunto ormai a quotazioni deliranti, almeno nell’esecuzione dei lavori di “routine” e che potesse mantenere le caratteristiche di precisione e affidabilità ormai consolidate nelle tecniche di fusione, la scelta di questo sistema ci sembrava economicamente e praticamente interessante. Il fatto di non dover cambiare ceramica e di poter sfruttare una esperienza di più di quarant’anni di ceramica su metallo non nobile e, non ultimo, la possibilità di reintervento sul pezzo con saldatura Laser e non, ci convinceva a provare. Le prime esperienze non furono esaltanti dal punto di vista della precisione, per il resto il risultato era ottimo. 

Un buon risultato senza precisione non è un buon risultato! La situazione era frustrante. Siamo partiti dalla considerazione che ogni materiale ha le sue prerogative e non sempre queste coincidono col proprio tradizionale modo di lavorare e che molte volte è più saggio adattarsi alle caratteristiche della nuova tecnologia che tentare di adattarla alle nostre abitudini. Quindi riconsiderando il problema abbiamo riscontrato che i bordi in Laser-Sint presentano una “goccia” che non è un difetto ma una caratteristica di questa tecnologia. Sarà dunque impossibile trovare precisione in questa zona. La precisione, se c’è, sarà a monte di questa “goccia”, quindi la disposizione del bordo durante la scannerizzazione dovrà essere posta oltre la preparazione per permettere l’eliminazione della “goccia” stessa.
La tecnica per ottenere una precisione di questa qualità è estremamente semplice:

○ Porre la linea di chiusura oltre la preparazione;
○ Asportare la “goccia”;
○ Rifinire togliendo l’eccesso fino alla chiusura.

Va da sè che più la preparazione sarà verticale e maggiore sarà la possibilità di ottenere una precisione
significativa. Ottenuto questo risultato si è voluto verificare se questa precisione veniva mantenuta anche su lavori più estesi. Uno “step by step” di un piccolo ponte di tre elementi servirà per documentare questa ulteriore esperienza e per rimarcare il tipo di tecnica.
Dopo questi risultati la costruzione di ponti in Laser-Sint è entrata in maniera massiccia nella pratica quotidiana del nostro laboratorio risolvendo i problemi riscontrati all’inizio. Nella seconda parte di questa ricerca si affronterà l’esecuzione di casi molto estesi, con le relative problematiche e le strategie di risoluzione.

I risultati ottenuti nei protocolli illustrati ci hanno portato a impegnarci in lavori di più ampio respiro con risultati inizialmente incoraggianti, ma che nel proseguo hanno evidenziato delle torsioni inaspettate. In alcuni lavori estesi, durante le ripetute cotture si doveva riadattare l’arcata in quanto si manifestavano imprecisioni dovute a scarico di tensioni interne. Cotture di stabilizzazione ante ceramica mitigavano in alcuni casi il problema. Nei lavori su monconi fresati una non perfetta chiusura poteva al limite essere accettata ma su denti naturali la cosa risultava intollerabile. Era necessario accertarsi di come, quando e quanto queste problematiche si verificavano e come porvi rimedio, o capirne i limiti. 

In accordo con Sweden & Martina abbiamo messo a punto una piccola ricerca per chiarire questa situazione. Abbiamo costruito un modello con quattro monconi fresati e su questo abbiamo eseguito tre diversi tipi di arcata in modo da constatare quale dei tre fosse la più controllabile.
Le tre ferule sono state adattate a freddo per valutarne la precisione sia sui singoli monconi che nel loro insieme, quindi sono state ricotte in forno da ceramica eseguendo una serie di cotture come se dovessero essere ceramizzate, controllate a ogni uscita dal forno e riadattate in caso di necessità. La tabella sottostante ne riassume i comportamenti: i numeri si riferiscono alla difficoltà di riadattamento dopo cottura, più è alto il numero e più è stata indaginosa l’operazione.
In dettaglio la ferula A ha presentato un normale adattamento a freddo, richiedendo poi dopo le cotture sempre dei riadattamenti, stabilizzandosi verso la sesta cottura. La precisione al termine delle cotture risultava molto buona su un lato e mediocre sull’altro.

La ferula B è stata quella che ha ottenuto il miglior risultato: precisa a “freddo” si stabilizzava dopo quattro cotture e presentava alla fine una buona precisione.
La ferula C è stata la più deludente, la barra stabilizzatrice che nelle nostre previsioni avrebbe dovuto “stabilizzare” in realtà ha provocato una serie di torsioni tali da rendere inutilizzabile il pezzo dopo appena due cotture. Già l’adattamento a freddo è stato più impegnativo e quello dopo la prima cottura molto indaginoso.
Concludendo:

○ è evidente che una struttura fabbricata attraverso una serie di brasature contenga delle tensioni che tendono a rilasciarsi durante le ricotture;
○ si è notato che un determinato disegno della struttura mitiga questa controindicazione (una robusta ghirlanda linguo-palatina);
○ si è constatato che queste distorsioni si evidenziano solo su strutture molto estese;
○ l’esperienza ci dice che fino a 2/3 di ferula completa le distorsioni sono controllabili scegliendo un disegno adeguato.

La precisione a freddo del Cr-Co laser-sinterizzato è di qualità superiore e sopratutto predicibile, solo su ferule estese si presentano distorsioni in ricottura con caratteristiche peculiari: tutte le ferule tendono a curvarsi verso l’interno a livello degli elementi più distali. Probabilmente l’adozione di una cottura di stabilizzazione molto lunga (es. 15/20 min a 980°/1000° C) potrebbe ulteriormente mitigare questa controindicazione. Per verificare se era ottenibile una stabilità assoluta nei lavori così estesi si è voluto provare una serie di ricotture su due arcate in Cr-Co fresato dal pieno. Si sono preparate, usufruendo delle precedenti scannerizzazioni, due strutture: una con barra stabilizzatrice e una senza.
Le due strutture sono poi state sottoposte allo stesso trattamento delle precedenti laser-sinterizzate con risultati estremamente positivi: non si è trovata differenza di precisione fra l’arcata con o senza barra stabilizzatrice e solo l’adattamento a freddo ha richiesto un poco di lavoro, come si evince dallo schema seguente.
Le due strutture sono poi state sottoposte allo stesso trattamento delle precedenti laser-sinterizzate con risultati estremamente positivi: non si è trovata differenza di precisione fra l’arcata con o senza barra stabilizzatrice e solo l’adattamento a freddo ha richiesto un poco di lavoro, come si evince dallo schema seguente.
Le due strutture sono poi state sottoposte allo stesso trattamento delle precedenti laser-sinterizzate con risultati estremamente positivi: non si è trovata differenza di precisione fra l’arcata con o senza barra stabilizzatrice e solo l’adattamento a freddo ha richiesto un poco di lavoro, come si evince dallo schema seguente.
Possiamo concludere con queste considerazioni: per la normale routine di lavoro il Cr-Co laser-sinterizzato è in grado di soddisfare ottimamente tutte le esigenze di precisione nelle strutture a ponte fino a che non si entri abbondantemente “in curva”: il consiglio è di non oltrepassare i 2/3 di arcata. Un manufatto fresato ci darà ampie garanzie in tutti quei lavori che richiederanno una ferulizzazione completa. Considerando che queste tecniche sono, per quanto riguarda l’odontotecnica, molto giovani e che quindi ci saranno notevoli progressi dovuti alle molteplici esperienze dei colleghi, ritengo che a breve termine anche con il Cr-Co laser-sinterizzato si potrà avere una stabilità dimensionale costante.

Le cotture di stabilizzazione
Prima della consegna del pezzo in ditta viene eseguito un ciclo di cotture detto “ricottura di distensione” in atmosfera di Argon che consiste in:

○ prima cottura da 0 a 450° in 60 minuti con mantenimento per 45 minuti. Salita a 750° in 45 min. con mantenimento per 60 minuti;
○ spegnimento del forno e discesa a 600° quindi apertura del forno;
○ discesa a 300°, spegnimento del flusso di Argon, estrazione dei pezzi.

Questa cottura sicuramente ottimizza le proprietà del metallo ma risulta, da un punto di vista dimensionale, del tutto insufficiente. Diverse esperienze e alcuni test ci hanno portato a considerare vantaggiosa una cottura più incisiva: 1000°C per 10 minuti sottovuoto. Questa cottura scarica quasi completamente tutte le tensioni stabilizzando il pezzo al 95%. Piccole correzioni saranno necessarie nel proseguo del lavoro, risultando però estremamente contenute, molto simili a quelle riscontrabili nei metalli preziosi fusi.
Approfondimenti:
Implantologia a carico immediato

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