SONO UN PROFESSIONISTA IN ODONTOIATRIA

In ottemperanza con quanto previsto dalla normativa vigente, dichiaro sotto la mia responsabilità di essere un professionista del settore odontoiatrico e di essere pertanto autorizzato a prendere visione del contenuto presente in questo sito internet.

SONO UN OPERATORE DELL’INDUSTRIA MECCANICA

Espansione ossea controllata con drill bone expanders (D.B.E.): variabili e polifunzionalità

Bastieri A.

CASE REPORT
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Bastieri A.

Laurea magna cum laude in Odontoiatria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Perugia. Segretario sindacale dell’AIO Umbria anni 2003-2005. Vicepresidente dell’ AIO Umbria anni 2006-2008. Autore e coautore di pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali, attualmente svolge la libera professione nella città di Matera (MT) dedicandosi in particolare alla chirurgia implantare e alla protesi.

NumeriUno, 15: 10-13, 2013
ABSTRACT

L’articolo si prefigge il fine di fornire un quadro ampio e il più possibile completo riguardo le funzionalità del Drill Bone Expander (D.B.E.) System nelle metodiche di espansione ossea controllata.

INTRODUZIONE

Il concetto di implantologia protesicamente guidata è oramai un assunto fondamentale della moderna implanto-protesi, che trova applicazione in tutti i casi che i clinici quotidianamente devono affrontare. La posizione dell’impianto non deve essere cioè dettata da dove il chirurgo trova una quantità adeguata di tessuto osseo residuo, bensì da una scrupolosa pianificazione protesica, fatta a priori, che stabilisca il punto ideale per poter successivamente avere un corretto scarico delle forze, profilo d’emergenza, gestione dei tessuti etc. è inoltre altrettanto certo che una delle maggiori limitanti anatomiche, che può impedire il corretto posizionamento degli impianti, è data proprio dai riassorbimenti ossei orizzontali e/o verticali. Alla luce di queste due evidenze risulta quindi chiaro come, quando ci si trovi in presenza di una perdita ossea tale da precludere un’ adeguata riabilitazione implanto-protesica, sia necessario o, ancor di più, indispensabile ricorrere a tecniche rigenerative atte a ripristinare una nuova e sufficiente anatomia
ossea. A tal fine l’utilizzo del Drill Bone Expander D.B.E. System si è rivelata, nella nostra pratica clinica quotidiana, una metodica estremamente utile, semplice e soprattutto versatile in grado di fornire un supporto concreto in molte delle situazioni in cui siamo dovuti ricorrere a tecniche di rigenerazione ossea.

MATERIALI E METODI

Una delle situazioni più frequenti che il chirurgo deve affrontare e in cui l’utilizzo del D.B.E. System può essere fondamentale è sicuramente quella degli impianti post-estrattivi. Molto spesso infatti, soprattutto quando la mancanza di un sufficiente spessore osseo apicale o una densità inadeguata ci impediscono l’inserimento di impianti più lunghi, la difficoltà maggiore risiede proprio nel raggiungimento di una stabilità primaria minima che garantisca una perfetta osteointegrazione dell’impianto stesso.
CASO CLINICO n° 1

Nel primo caso clinico in esame la paziente, 54 anni, senza patologie di carattere generale e non fumatrice, si presenta alla nostra attenzione per la frattura da trauma di un incisivo laterale superiore di destra (Fig. 01). Valutata la non recuperabilità dell’elemento dentale compromesso, si procede con la pianificazione dell’intervento che consiste nell’estrazione dello stesso, accurato courettage dell’alveolo, ed utilizzo del D.B.E. System, al fine di ottenere una adeguata stabilità primaria dell’impianto (Premium Ø 3.80 SP da 13 mm) all’interno dell’alveolo traumatizzato. A tre mesi di distanza, si può apprezzare (Fig. 02) il buon condizionamento dei tessuti da parte del provvisorio e la conseguente impronta (Fig. 03). Si procede quindi con la finalizzazione del caso mediante corona in ceramica (Fig. 04). Analisi ultima con sequenza radiografica delle varie fasi della riabilitazione (Fig. 05).
CASO CLINICO n° 2

Nel secondo caso clinico la paziente di 27 anni si presenta per una carie destruente dell’elemento 2.4 (Fig. 06). Anche in questo caso, come nel precedente, utilizzeremo una tecnica postestrattiva flapless (Fig. 07) e, valutata la sottigliezza del setto interradicolare, opteremo per l’utilizzo del D.B.E. System al fine di distrarre vestibolarmente il setto stesso, utilizzandolo come appoggio per l’impianto (Premium Ø 3.80 SP da 13 mm) (Figg. 08-09-10). A quattro mesi dal carico immediato, si nota la buona risposta tissutale (Fig. 11) e si procede quindi alla presa dell’impronta (Fig. 12). Valutazione finale estetica e radiografica (Figg. 13-14).
CASO CLINICO n° 3

Il terzo caso mostra invece la perdita, sempre per carie destruente, dell’elemento 1.6 in un paziente di 32 anni non fumatore. In questo caso all’estrazione è seguita una tecnica rigenerativa con biomateriale a base di idrossiapatite (ENGIpore®) ed un’attesa di 9 mesi prima della nuova analisi radiografica (Fig. 15) mediante TC Dental-Scan. Al reintervento si procede con l’utilizzo del D.B.E. System al fine di dislocare in maniera atraumatica il pavimento del seno mascellare (Fig. 16-17) ed inserire contestualmente l’impianto (Premium Ø 5.00 SP da 11.5 mm).
Dopo 4 mesi dall’intervento si può apprezzare l’ottima guarigione dei tessuti (Fig. 18) e procedere quindi con la finalizzazione del caso. Analisi mediante radiografie digitali intraorali delle varie fasi della riabilitazione (Fig. 19).
CASO CLINICO n° 4

Nel quarto ed ultimo caso infine il paziente, 39 anni in buone condizioni di salute generale, fumatore, si presenta con un elemento 3.6 irrimediabilmente compromesso. Iniziamo quindi con l’estrazione delle radici e, valutata la buona condizione del setto interradicolare, procediamo alla sua distrazione mediante frese soniche (Fig. 20) e D.B.E. System (Figg. 21-22). Una volta raggiunto il volume necessario inseriamo quindi l’impianto (Premium Ø 4.25 SP da 11.5 mm). Valutazione a 45 giorni della guarigione superficiale (Fig. 23). Attesa di 3 mesi e riabilitazione finale (Fig. 24). Valutazione radiografica finale delle varie fasi della riabilitazione (Fig. 25).
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Spesso le tecniche classiche di espansione ossea che prevedono l’utilizzo del martelletto possono essere traumatiche per il paziente: la forza che si
esercita sul martello stesso infatti risulta essere un fattore estremamente soggettivo ed operatore-dipendente. L’espansione ossea controllata mediante l’utilizzo del D.B.E. System si è rivelata semplice e affidabile, ben tollerata dai pazienti e con risultati clinici sovrapponibili a quelli ottenuti con tecniche classiche. 
Si ringrazia il Sig. Paolo Barone per la valida parte odontotecnica.

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Approfondimenti:
Implantologia a carico immediato

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