SONO UN PROFESSIONISTA IN ODONTOIATRIA

In ottemperanza con quanto previsto dalla normativa vigente, dichiaro sotto la mia responsabilità di essere un professionista del settore odontoiatrico e di essere pertanto autorizzato a prendere visione del contenuto presente in questo sito internet.

SONO UN OPERATORE DELL’INDUSTRIA MECCANICA

Riabilitazione di un mascellare atrofico con protesi Toronto Bridge a carico immediato in chirurgia guidata

Ciocci M.

Ciocci M.

Dr. Maurizio Ciocci: laureato all’ Università degli Studi di Bologna Italia nel luglio 1987 in Medicina e Chirurgia. Svolge la sua attività di Odontoiatra come libero professionista nel proprio studio privato in Faenza.  Dal 1990  si occupa di chirurgia orale e parodontologia e dal 1996 ha frequentato i corsi che l’hanno portato alle competenze negli attuali campi di interesse quali: la GBR, l’implantologia e le tecniche di supporto alla chirurgia avanzata. Dal 2008 il Dottor Ciocci si occupa di chirurgia computer assistita ed attualmente si avvale di diversi software di ultima generazione.
 

La paziente Z.M. di anni 76, non fumatrice, e senza disturbi o patologie di carattere sistemico in atto, si presenta in studio con protesi parziale rimovibile inferiore e superiore, ma  con disagio fonetico/masticatorio riferito alla protesi superiore (fig. 1).
 
RISULTATI ATTESI:
Il main complaint della paziente è quello di avere una protesi fissa su impianti nell’arcata superiore senza ricorrere ad una chirurgia invasiva.
 
PIANO DI TRATTAMENTO:
Si decide con la paziente di estrarre i denti residui in arcata superiore e di ricorrere provvisoriamente ad una protesi totale rimovibile. Al tempo stesso viene rimossa e sostituita la protesi incongrua inferiore e realizzata una nuova protesi  d’autore rimovibile. Il mock-up che ha portato alla realizzazione delle due protesi è stato eseguito tenendo conto di una riabilitazione funzionale ed occlusale della paziente atrraverso aumenti verticali rispetto alla sua precedente occlusione.Alla paziente viene consegnata la protesi superiore completa così realizzata ed una protesi parziale scheletrata inferiore.
 
RIVALUTAZIONE PRE-OPERATORIA:
Verificata la congruità delle protesi, dopo tre mesi dalle estrazioni viene richiesta una CBCT superiore con metodo della doppia scansione, e viene elaborato, sulla traccia della protesi realizzata, un primo piano di trattamento virtuale. (Fig. 2) seguito dalla richiesta d’ordine  di una dima chirurgica realizzata con Implant Studio 3Shape (fig. 3).
FASE CHIRURGICA:
Visto l’estremo grado di atrofia del mascellare (fig. 4) diviene particolarmente  importante  l’accuratezza delle fresature implantari allo scopo di poter garantire il massimo torque di inserimento delle fixtures stesse. La paziente si presenta il giorno dell’intervento con una ottima quota gengivale (fig. 5),che permetterà di ben stabilizzare lo stent (fig. 6) ed inserire gli impianti (fig. 7). La guida viene fissata con un pin ed un impianto e relativo mounter (fig. 7 bis), quindi seguono il posizionamento degli altri impianti sempre eseguito con una sotto preparazione dei siti con frese dedicate alla chirurgia guidata (fig. 8). Al termine tutti gli impianti risulteranno inseriti con un torque  superiore ai 40 Ncm eccetto quello in posizione 16 (25 Ncm). Dopo la fase chirurgica (della durata di poco meno di un’ora), in cui sono stati posizionati 6 impianti Premium ZirTi 3.8 (2- 3.8x13; 3 - 3.8x11,5;1- 3.8x10) (Fig. 9); si passa ora alla fase protesica.
 
FASE PROTESICA:
Per i disparallelismi che gli assi implantari presentano, sono montati 6 PAD angolati (fig.10)  ai quali si fissano i relativi transfer da impronta a cucchiaio aperto. Con un cucchiaio porta impronte individuale si registra l’impronta (fig.12), dopo aver solidarizzato i transfer stessi con resina a bassa retrazione (fig.11). Dopo la prova di un montaggio protesico sui monconi presenti e registrazione delle informazioni con  jig e foto, viene congedata la paziente. Due giorni dopo il laboratorio fornisce una protesi Toronto Bridge che viene montata avvitata; naturalmente ci si accerta della passività del manufatto sui PAD, testandola con prova di Sheffield, visivamente controllando direttamente la presenza di gap (fig. 13) e con verifica radiografica. Al momento si preferisce non montare il dente 16 in resina sulla struttura per evitare contatti occlusali ,che si ripercuoterebbero sull’impianto sottostante. Quest'ultimo gode di un basso torque. Viene poi dedicato molto tempo alla funzionalizzazione della protesi per evitare precontatti, malocclusioni e vengono verificati i movimenti disclusivi e quelli di possibili parafunzioni. Segue un controllo radiografico di fine lavoro.

CONCLUSIONI:
Il successo del prescritto trattamento è da ricercare soprattutto nella chirurgia guidata che pur mantenendo alti livelli di accuratezza,  abbassa notevolmente il “chair time”, con grande soddisfazione del paziente che vede ridotti i costi ed i tempi di una chirurgia più invasiva e massimo rispetto dei tessuti molli.
BIBLIOGRAFIA:
  • Abboud et al. INF J ORAL Maxillofacial Implants 2012; 27: 634-43
  • Tardieu et Al. Int J Periodontics restorative Dent 2007; 27: 141-9
Approfondimenti:
Implantologia a carico immediato

Iscriviti alla newsletter

Ricevi informazioni sui corsi
e sui nostri eventi

vuoi cambiare ambito?

Materiale informativo