Abstract
La sostituzione mediante impianti di elementi dentari ad alta valenza estetica e gravemente compromessi da patologie endodontiche o parodontali, rappresenta per il clinico una grande sfida. Frequentemente infatti i volumi ossei o mucosi a disposizione possono risultare insufficienti per ottenere a fine trattamento un risultato adeguato. Al fine di correggere il suddetto deficit ed eventuali asimmetrie, quindi ripristinare una valida estetica oltreché assicurare una stabilità implantare nel tempo, sono necessarie procedure chirurgiche di aumento di tali volumi in senso orizzontale e verticale.
Oggetto del presente case report è presentare un razionale approccio chirugico, efficace e predicibile, per ottenere i risultati sopra elencati.
Introduzione
Il successo clinico-estetico delle riabilitazioni implanto-supportate si raggiunge attraverso una corretta gestione di tutti i passaggi delle fasi chirurgiche e protesiche. Spesso tuttavia le situazioni anatomiche da gestire sono rappresentate da volumi ossei inadeguati per inserire un impianto in posizione corretta dal punto di vista della futura estetica e da deficit dei tessuti molli che non solo non sono in grado di garantire la qualità della mucosa perimplantare ma anche di permettere una corretta integrazione del manufatto protesico in armonia con la restante parte della dentatura, soprattutto in caso di mono-edentulia. Obiettivo delle diverse tecniche chirugiche è ottenere un adeguato risultato estetico e funzionale attraverso procedure minimamente invasive, utilizzando quanto più possibile biomateriali in luogo dell’osso autologo. In tal modo è consentito raggiungere in maniera predicibile il risultato auspicato con una buona prognosi a lungo termine e un ridotto discomfort per il paziente rispetto a tecniche ricostruttive maggiori che prevedano prelievi di tessuto osseo da altra sede anatomica.
Materiali e metodi
Una paziente di 26 anni si presentava all’osservazione con rizolisi a carico del 2.1 spontanemante dolente(elemento che all’anamnesi risultava essere stato più volte trattato, dapprima ortodonticamente per riallinearlo agli elementi contigui, poi chirurgicamente per esporre e trattare il riassorbimento del tessuto dentario in sede sottogengivale) associata a grave perdita di supporto parodontale profondo (soprattutto a livello mesiale e vestibolare) complicata da un importante deficit dei tessuti molli circostanti. L’estetica rappresentava peraltro l’aspetto principalmente lamentato dalla paziente, per la disarmonia del margine gengivale e del colore del 2.1 rispetto agli elementi contigui, nonchè dell’aspetto del 2.2, oggetto di precedente restauro adesivo.