Nella protesi ibrida su impianti presentata in questo caso clinico, si dimostra come alcuni dei principali problemi tecnici riscontrati con questo tipo di soluzione possano essere risolti o quanto meno minimizzati grazie a due elementi in particolare:
1. Struttura di rinforzo interna realizzata con Trilor Arch: questo materiale, costituito da fibra di vetro stabilizzata in resina, sostituisce l’uso della struttura metallica di rinforzo con il vantaggio di ridurre il peso complessivo della riabilitazione e migliorare l’adesione chimica tra il framework e la resina della protesi;
2. T-Connect Prama IN: questo tipo di pilastro è stato progettato sia per il supporto di protesi CAD-CAM sia per essere utilizzato come base per le protesi fissate tramite tecnica per incollaggio. In questa occasione viene proposta la sua applicazione alle protesi ibride su impianti Prama per ottenere maggiore stabilità e ritenzione del complesso abutment-impianto. In questo modo si riesce a migliorare la biomeccanica della protesi e ad aumentare la robustezza del manufatto protesico.
Si utilizzano T-Connect Prama IN che inglobano per 0.5 mm il collo implantare e si sceglie di usare pilastri di altezza maggiore (6 mm) che copriranno una maggiore lunghezza del foro vite all’interno della resina.
La piccola porzione convergente della testa dell’impianto inglobata dalle T-Connect Prama IN, quando ripetuta su una struttura che ferulizza più impianti, genera un leggero effetto telescopico (come si può vedere anche nel video) che migliora la stabilità e la ritenzione della protesi.
In casi clinici simili, ma che presentano impianti eccessivamente disparalleli, verrà realizzato questo stesso tipo di protesi, ma senza utilizzare T-Connect Prama IN sull’impianto (o sugli impianti) che hanno un asse sfavorevole. Gli impianti molto disparalleli vanno riabilitati utilizzando un pilastro in appoggio sulla piattaforma di connessione Prama, usando le T-Connect Prama IN nei rimanenti impianti con parallelismo adeguato.
1. Struttura di rinforzo interna realizzata con Trilor Arch: questo materiale, costituito da fibra di vetro stabilizzata in resina, sostituisce l’uso della struttura metallica di rinforzo con il vantaggio di ridurre il peso complessivo della riabilitazione e migliorare l’adesione chimica tra il framework e la resina della protesi;
2. T-Connect Prama IN: questo tipo di pilastro è stato progettato sia per il supporto di protesi CAD-CAM sia per essere utilizzato come base per le protesi fissate tramite tecnica per incollaggio. In questa occasione viene proposta la sua applicazione alle protesi ibride su impianti Prama per ottenere maggiore stabilità e ritenzione del complesso abutment-impianto. In questo modo si riesce a migliorare la biomeccanica della protesi e ad aumentare la robustezza del manufatto protesico.
Si utilizzano T-Connect Prama IN che inglobano per 0.5 mm il collo implantare e si sceglie di usare pilastri di altezza maggiore (6 mm) che copriranno una maggiore lunghezza del foro vite all’interno della resina.
La piccola porzione convergente della testa dell’impianto inglobata dalle T-Connect Prama IN, quando ripetuta su una struttura che ferulizza più impianti, genera un leggero effetto telescopico (come si può vedere anche nel video) che migliora la stabilità e la ritenzione della protesi.
In casi clinici simili, ma che presentano impianti eccessivamente disparalleli, verrà realizzato questo stesso tipo di protesi, ma senza utilizzare T-Connect Prama IN sull’impianto (o sugli impianti) che hanno un asse sfavorevole. Gli impianti molto disparalleli vanno riabilitati utilizzando un pilastro in appoggio sulla piattaforma di connessione Prama, usando le T-Connect Prama IN nei rimanenti impianti con parallelismo adeguato.
