Questa pianificazione ci porterà ad eseguire delle protesi provvisorie alle quali apporteremo, nell’arco di tempo che intercorre tra le protesi provvisorie stesse e quelle definitive, le dovute modifiche che daranno le informazioni guida al fine di una corretta costruzione delle definitive. Particolare considerazione va data, in previsione di questa tipologia di protesi, ai casi che presentano un sorriso gengivale (gumsmile).
In queste condizioni il margine apicale del corpo protesico presenterà la linea di confine tra corpo protesico stesso e la porzione biologica e che rappresenta il punto dove, in casi di sorriso gengivale, può verificarsi un problema estetico proprio perchè questa linea risulterà altamente visibile durante l’eloquio ed il sorriso del paziente.
Un eventuale soluzione al problema può essere data da una modellazione dei tessuti duri durante l’intervento che, nel caso delle riabilitazioni superiori, richiederanno una osteotomia a spese dell’altezza della cresta. La porzione ossea anteriore verrà quindi ridotta e posizionata in senso apicale così da nascondere, al di sotto del labbro, l’antiestetica linea di unione delle parti protesico-biologiche.
Questa soluzione richiederà comunque uno studio preventivo sulla TAC che ci informerà sulla quantità di tessuto duro disponibile (foto 5) assicurandoci che, una volta eseguita l’osteotomia, sarà ancora idoneo ad ospitare un impianto di buone dimensioni in lunghezza e diametro atto a ben sostenere con una adeguata stabilità primaria il tipo di protesi considerata.
Nei casi in cui non sarà possibile il descritto intervento di riduzione ossea, ci si affiderà alla realizzazione di una flangia protesica quanto più con un profilo continuativo e con un colore simile a quello del tessuto gengivale presente (foto 6).
Malgrado tutto possiamo andare incontro ad una antiestetica esposizione delle componenti metalliche implantari. Si necessita in questo caso di un’attenta analisi del biotipo gengivale che concorrerà a valutare l’estetica del futuro lavoro.
Il tessuto gengivale è soggetto a reazione quando le condizioni vengono alterate. Come nei casi delle recessioni da lesione a livello cervicale o delle retrazioni del tessuto marginale attorno ad un seppur ben eseguito bordo protesico di una corona, si è notato che la stabilità dei tessuti molli prossimi alla parte coronale degli impianti è soggetta più o meno ad una migrazione in direzione apicale a seconda che il biotipo gengivale presente sia spesso o sottile.
Dunque l’analisi del biotipo gengivale va considerata per valutare il grado di estensione delle possibili recessioni e, quindi, il mascheramento che riusciremo ad ottenere attorno ai componenti abutment i quali presenteranno diverse altezze trasmucose, saranno dritti od anche angolati per riorientare l’asse degli impianti inclinati (tecnica PAD). Nei casi di abutment esposti, la ricopertura di questi da parte delle flange protesiche non può essere esasperata per non complicare le manovre di igiene e, quindi, parte del metallo rimarrà inevitabilmente visibile (foto 7).
In base a ciò si potrà valutare quanto gli elementi suddetti potranno essere mascherati o no dal labbro e quanto potranno influenzare, a causa del difetto mucoso, il risultato estetico a livello della giunzione protesico-gengivale.