L’estrazione di elementi dentari in zone esteticamente rilevanti impone al clinico implantologo una seria valutazione dei tessuti molli preesistenti. Se i tessuti molli (papille, altezza del bordo gengivale) che circondano l’elemento da estrarre sono adeguati, il metodo più semplice e predicibile per mantenerli è certamente un impianto postestrattivo caricato immediatamente con un provvisorio che sostenga adeguatamente e tridimensionalmente i tessuti gengivali preesistenti. Se, invece, i tessuti molli sono insufficienti, si consiglia una tecnica in due stage per ricostruire ed aumentare i tessuti ossei e gengivali con tecniche Langer o Ice Cream. Con il presente articolo ci occupiamo del primo caso (tessuti molli preestrattivi adeguati), rimandando ad un successivo lavoro la descrizione della tecnica che eseguiamo in caso di ricostruzioni chirurgiche di tessuti gengivali deficitari. Nella scelta dei materiali più adatti per effettuare un impianto postestrattivo a carico immediato, molto importante appare l’utilizzo di impianti fortemente autofilettanti e con larghe spire capaci di ottenere stabilità primarie elevate anche all’interno di alveoli morfologicamente complessi. Parlando di monconi protesici provvisori, appare fondamentale scegliere monconi che abbiano i primi 2 mm apicali (=ampiezza biologica) di materiale biocompatibile (titanio) al fine di facilitare un attacco dei tessuti gengivali sul moncone prevenendo così una antiestetica migrazione apicale dei tessuti. Un impianto con il platform switching, infine, garantisce un minor riassorbimento dell’osso perimplantare consentendo in tal modo il mantenimento nel tempo del risultato estetico ottenuto.