Scientifica implantologia

Clinical Implant Dentistry and Related Research, 2016, 110, doi: 10.1111/cid.12393, early view in ahead of printing

ESITI CLINICI DI IMPIANTI POSIZIONATI NEGLI ALVEOLI DI ESTRAZIONE E RICOSTRUITI IMMEDIATAMENTE: UNO STUDIO PROSPETTICO DI COORTE A 7 ANNI

In questo studio prospettico di coorte 37 impianti in 32 pazienti posizionati con protocollo post-estrattivo immediato e caricati entro 24 ore sono stati seguiti a 7 anni in termini di sopravvivenza e successo implantare. Ad eccezione di 2 impianti persi precocemente per infezione, i rimanenti 35 impianti dopo 7 anni erano sopravvissuti e registravano livelli minimi di riassorbimento osseo.

Clinical Oral Implant Research, 00,2016;1-9, doi: 10.1111/clr.12940

RISULTATI DEI TESSUTI DURI E DEI TESSUTI MOLLI A DIECI ANNI DI UNO STUDIO PILOTA RANDOMIZZATO CONTROLLATO IN DOPPIO CIECO SU IMPIANTI POST-ESTRATTIVI CARICATI IMMEDIATAMENTE UTILIZZANDO IL CONCETTO DEL ?PLATFORM SWITCHING?

19 impianti caricati con protocollo di platform switching protesico sono stati seguiti con follow-up a 10 anni. I valori di riassorbimento erano minimi e stabili nel tempo, così come l’altezza dei tessuti molli. Nel gruppo controllo, invece, in cui gli impianti erano stati caricati con protesi di diametro congruente a quello implantare, il riassorbimento era maggiore e l’altezza dei tessuti molli diminuiva progressivamente nel tempo, con differenza statisticamente significativa. I protocolli di platform switching si sono dimostrati ancora una volta utili nel mantenimento dei tessuti perimplantari.

NumeriUno, 1: 6-7, 2008

Le esigenze estetiche contemporanee impongono al clinico una immediata riabilitazione in caso di estrazione nei settori antero-superiori. In questi casi, il trattamento implantare risulta oggi una valida alternativa alla protesi fissa tradizionale poichè non comporta la preparazione dei denti prossimali al sito edentulo, risultando quindi più conservativo. Inoltre i protocolli di carico immediato hanno ribaltato il dogma di Brånemark, secondo il quale era imperativo un periodo di guarigione sommersa di almeno 6 mesi per gli impianti inseriti in osso di tipo D3 o D4 (settori anterosuperiori). Numerosi studi hanno dimostrato che il carico immediato ha validità clinica e predicibilità a lungo termine per la sostituzione del dente singolo, e su queste evidenze si basa il caso clinico presentato in questo articolo, che illustra la terapia implantare di una frattura verticale ad etiologia traumatica di un elemento contestualmente all’estrazione microinvasiva del dente, effettuata cercando di salvaguardare il più possibile la corticale vestibolare e i picchi ossei mesiali e distali. Per un migliore risultato estetico finale, si è proceduto alla preparazione del tunnel implantare atto all’inserimento di un impianto Global Ø 5.50 mm e l. 13mm, affondandolo di 3 mm nell’osso basale con un torque di 42 Ncm ed colmando la jumping distance con
matrice bovina mista a collagene. L’uso alternato di frese ed osteotomi ha permesso il mantenimento della bozza vestibolare ed evitato la creazione di fenestrazioni o difetti ossei. Si è deciso di effettuare una protesizzazione con una corona provvisoria entro le 24 h con tecnica diretta utilizzando il concetto restaurativo di Platform Switching, avvitando all’impianto un un pilastro definitivo di diametro 3.8 mm. La paziente è stata rivalutata dopo 12 mesi per controllare lo stato di guarigione dei tessuti molli e dell’osso ed è stata monitorata per oltre un anno. I controlli sia clinici che radiologici non hanno evidenziato alcun tipo di recessione gengivale o di minus estetico. L’altezza delle papille e del margine gengivale sia vestibolare che orale sono rimaste costanti. Si è potuto notare, anzi, un incremento della papilla distale
tra la consegna del definitivo e il follow up a 12 mesi. I parametri parodontali hanno evidenziato assenza di sanguinamento al sondaggio e sondaggio sempre inferiore a 3mm. Dal punto di vista radiologico, si è notato un riassorbimento osseo minimale anche dopo 12 mesi di follow-up. La superficie ZirTi presente lungo tutta la lunghezza dell’impianto e il micro-grooving coronale (microscanalature nella zona coronale del corpo dell’impianto) sembrerebbero influire nel mantenimento osseo. Il risultato estetico si è rivelato quindi prevedibile e costante nel tempo. La tecnica chirurgica e protesica elementare rendono la metodica facilmente riproducibile.
Sia le qualità micromeccaniche (superficie ZirTi) che macromeccaniche dell’impianto Global hanno reso possibile la resistenza ai micromovimenti, assolutamente deleteri per la creazione e il mantenimento stabile dell’interfaccia osso-impianto a lungo termine rendendo possibile il carico definitivo a 2 mesi dall’inserimento dello stesso. L’intercettamento precoce della frattura, la presenza di un biotipo gengivale spesso, la morfologia della piattaforma implantare e l’uso del concetto protesico del Platform Switching, l’utilizzo di un moncone definitivo sin dal primo giorno di carico sono state condizioni importantissime per il mantenimento a lungo termine dell’architettura ossea e gengivale e conseguentemente dell’estetica.

NumeriUno, 2(10-12):04-06, 2008

Dental Cadmos, 8:37-45, 2006

Numeri Uno, 2013; 16, 14-15

Nel maggio 2011, un paziente di anni 69 si è presentato nello studio per un dolore generalizzato alla bocca e per poter valutare la stabilità del lavoro protesico precedentemente effettuato in un altro studio odontoiatrico. L’anamnesi medica generale risultava negativa. Il paziente riferiva di aver subito l’estrazione di alcuni elementi dentari essenzialmente per carie, poi sostituiti con alcuni impianti alcuni anni prima. All’esame obiettivo la situazione igienica orale era molto scadente, non si apprezzavano lesioni alle mucose orali né alterazioni alle principali stazioni linfonodali. Più in dettaglio, a livello intraorale, si poteva osservare una terza classe scheletrica con un morso testa a testa. Era altresì evidente la presenza di malattia parodontale a carico di tutti gli elementi dentari residui con mobilità di grado 2-3 a carico di tutti gli elementi dentari e di alcuni impianti. Prese impronte, cere e arco facciale, in laboratorio i modelli venivano montati in articolatore. Con l’ausilio anche delle fotografie della faccia veniva realizzata la ceratura del caso.
Quindi è stato formulato un piano di trattamento preliminare che aveva l’obiettivo di risolvere il dolore e riabilitare la bocca:
• Estrazione di tutti gli elementi dentali oramai compromessi e rimozione degli impianti senza un adeguato supporto osseo.
• Pulizia degli impianti trattabili (16, 17, 33)
• Posizionamento di protesi mobili superiori ed inferiori per permettere una guarigione dei tessuti mucosi ed ossei in accordo con la ceratura diagnostica.

Il Dentista Moderno, 2013, Novembre: 82-96

L’autore propone una tecnica per il carico immediato basata su un sistema frizionante che svolge un ruolo di ammortizzatore e stabilizzatore degli impianti in un caso di edentulia totale mandibolare. Tra i vantaggi di questa tecnica, la continuità della funzione masticatoria, fonetica e sociale.

Clinical Oral Implants Research 2014;00:1–17

PERCENTUALI ANNUALI DI FALLIMENTO E VARIAZIONI DEL LIVELLO OSSEO MARGINALE INTORNO A IMPIANTI CON CARICO IMMEDIATO RISPETTO CARICO CONVENZIONALE. UN’ANALISI SISTEMATICA DELLA LETTERATURA E META-ANALISI

Questa meta analisi della letteratura, eseguita con criteri di inclusione molto rigidi, dimostra come, in termini di perdita ossea, protocolli di carico immediato entro le 24 ore diano risultati comparabili a quelli con carico tradizionale in tempi di osservazione fino a 5 anni.

The International Journal of Oral & Maxillofacial Implants 2015;30:427–434

CARICO IMMEDIATO VERSUS CARICO DIFFERITO IN MASCELLA CON IMPIANTI POSIZIONATI IN SITI POST-ESTRATTIVI IMMEDIATI O GUARITI A SOSTEGNO DI RIABILITAZIONI FISSE FULL-ARCH: STUDIO CLINICO CONTROLLATO NON RANDOMIZZATO

A 12 mesi, protocolli di carico immediato (gruppo test) e di carico differito (gruppo controllo) di 29 riabilitazioni full-arch con un totale di 193 impianti Kohno SP inseriti con torque minimo di 35 Ncm sia in siti immediati che guariti non presentavano differenze statisticamente significative né in termini di sopravvivenza né di successo implantare.

The International Journal of Oral & Maxillofacial Implants 2015;30:427?434

CARICO IMMEDIATO RISPETTO A CARICO CONVENZIONALE CON PROTESI FULL-ARCH FISSE IN MANDIBOLE CON DENTATURA A PROGNOSI SFAVOREVOLE: UNO STUDIO PROSPETTICO CONTROLLATO

36 pazienti sono stati trattati con riabilitazioni totali a carico immediato e differito su impianti Kohno. A 12 mesi sono stati valutati sopravvivenza e successo implantare; la sopravvivenza era del 99% per gli impianti caricati immediatamente e del 97,6% per gli impianti con carico differito, la perdita ossea era rispettivamente di 0,71 mm (SD 0,25 mm) e 0,60 mm (SD 0,28 mm), senza quindi differenze statisticamente significative tra i 2 gruppi.