Scientifica implantologia

The International Journal of Prosthodontics, 21(5):389-397, 2008

BONE SLITTING MORFOGENICO: DESCRIZIONE DI UNA TECNICA ORIGINALE E DELLE SUE APPLICAZIONI IN AREE AD ALTA VALENZA ESTETICA

Questo articolo illustra approfonditamente una tecnica rigenerativa minimamente invasiva al fine di inserire impianti di dimensioni adeguate e in posizione protesicamente favorevole in creste ossee non sufficienti, preservando tuttavia i tessuti circostanti per ottenere un miglior esito estetico. La procedura, che sfrutta i meccanismi di guarigione per seconda intenzione evitando l’utilizzo di materiali da innesto e di membrane, viene effettuata in un’unica seduta chirurgica e permette dunque di rimodellare tridimensionalmente i tessuti duri e molli peri-implantari: l’apertura di un lembo a spessore parziale non solo preserva la vascolarizzazione del legamento parodontale favorendo la neo-osteogenesi, ma esita anche in una bozza radicolare assolutamente naturale, senza impattare sulle papille, sulla giunzione muco-gengivale e sulla posizione della festonatura rispetto agli elementi adiacenti. I 114 impianti considerati in questo studio suggeriscono che sia da ritenersi adeguato per questa tecnica un tempo di guarigione solitamente non superiore a 2 o 3 mesi, riducendo il discomfort per il paziente.

International Journal of Periodontics & Restorative Dentistry, 29(1):49-57, 2009

TECNICA ESE (EDENTULOUS SITE ENHANCEMENT): UN APPROCCIO RIGENERATIVO DELLA GESTIONE DELLE AREE EDENTULE. PARTE 2 - TESSUTI PERIMPLANTARI

Facendo seguito ad un precedente articolo del 2008, gli autori applicano l’approccio sistematico ESE Recensione (Edentulous Site Enhancement) al trattamento implantare. Il presupposto anatomo-fisiologico di base è che i tessuti biologici, sebbene interfacciati con un elemento artificiale, mantengano il loro comportamento
fisiologico, soprattutto per quanto riguarda il processo di guarigione, includendo anche i meccanismi di difesa dagli attacchi di agenti patogeni. In particolare, un adeguato apporto vascolare ai tessuti perimplantari, come quello che si preserva con un lembo a spessore parziale, garantisce un adeguato e stabile trofismo tissutale sia dal punto di vista osseo che mucoso. L’approccio ESE intende quindi il complesso implanto-protesico come un mezzo per apportare stabilmente le debite correzioni anatomiche primarie e secondarie al dente mancante e ai tessuti circostanti, sottolineando come il successo di un impianto non sia limitato all’avvenuta osteointegrazione, ma coinvolga anche la predicibilità del risultato estetico complessivo e il suo mantenimento a lungo termine.

L’articolo sottolinea l’importanza di un approccio sistematico e globale alla terapia implantoprotesica. Un opportuna pianificazione, la scelta di una tecnica chirurgica idonea alla rigenerazione e il contestuale inserimento degli impianti secondo un asse protesico favorevole consentono di ridurre gli stadi chirurgici e di ottimizzare il risultato funzionale ed estetico.

Implantologia,1:9-14, 2009

Questo studio ha confrontato protocolli di riabilitazione con un mix di osso autologo/eterologo vs PLGA nel rialzo di seno, con contestuale inserimento di impianti. Entrambe le procedure hanno dimostrato buona predicibilità.

Journal of Periodontology, 80 (10):1616-1621, 2009

IMPIANTI DENTALI IN SITI POSTESTRATTIVI RIGENERATI CON DIFFERENTI SOSTITUTI OSSEI: VALUTAZIONE RADIOGRAFICA A 24 MESI

In questo studio, la riabilitazione di siti post-estrattivi in presenza di un difetto osseo da rigenerare ha dato risultati positivi a prescindere dal tipo di materiale da innesto utilizzato (idrossiapatite arrichita di magnesio, osso suino, solfato di calcio).

Dental Cadmos, 77(10): 31-40, 2009

Si illustrano i risultati ottenuti con una tecnica semplice e predicibile per il rialzo di seno con l’utilizzo di un apposito kit di frese e strumenti atraumatici (MISE – Minimum Invasive Sinus Elevation)

Implants 2, 24-27, 2009

AUMENTO DEL PAVIMENTO DEL SENO MASCELLARE CON UTILIZZO DI GEL SILICATO DI IDROSSIAPATITE NANO-CRISTALLINA. STUDIO PROSPETTICORISULTATI ISTOLOGICI A 3 MESI DALLA GUARIGIONE

Lo scopo di questo interessante studio prospettico era di determinare la composizione tissutale perimplantare in seni mascellari sottoposti a tecniche di innalzamento con un sostituto osseo a base di idrossiapatite nano-cristallina. La particolarità di questo studio sta nell’aver valutato istomorfometricamente su pazienti umani il BIC (Bone to Implant Contact) tra il materiale innestato e mini-viti sperimentali con trattamento superficiale ZirTi, carotate al momento della collocazione dell’impianto, cioè dopo 3 mesi di guarigione.
I campioni istologici dimostravano diversi agglomerati di osso neoformato e residui di materiale da innesto pari a meno della metà del volume di osso estratto. L’osso rigenerato, inoltre, risultava ben mineralizzato con strutture a trabecole parallele e già un nucleo di canale Haversiano circondato da residui di materiale da innesto, in assenza di tessuto connettivo tra osso e impianto. Poiché il trattamento superficiale conferito alle viti le rende assolutamente assimilabili agli impianti, gli esiti del presente studio confermano le grandi potenzialità dell’idrossiapatite nanocristallina, anche in situazioni critiche di rialzo del seno, e ne propongono l’impiego anche in casi di carico immediato funzionalizzato.

Viene valutato istologicamente il comportamento della superficie Zirti in una serie di casi di rialzo di seno con innesto di idrossipatite nano-cristallina e contemporaneo inserimento di microviti sperimentali in titanio. Le istologie hanno dimostrato a 3 mesi osso ben mineralizzato e assenza di interposizione di tessuto connettivo.

Quintessence International, 40(5): 413-419, 2009

IMPIANTI INSERITI IN OSSO DI BANCA: ANALISI RETROSPETTIVA SU 88 IMPIANTI CARICATI A 4 MESI DAL LORO INSERIMENTO

Impianti inseriti in osso fresco congelato: una analisi retrospettiva di 88 impianti caricati a 4 mesi dalla loro inserzione.
Questo studio retrospettivo nasce dalla necessità di analizzare i tempi di carico da considerarsi sicuri in casi di impianti inseriti in osso omologo di banca. Gli autori prendono in considerazione 88 impianti inseriti nel triennio 2003-2006 su 22 pazienti (10 donne e 12 uomini con età media di 51 anni) che erano stati precedentemente sottoposti ad innesto per ottenere un aumento orizzontale della cresta ossea senza l’uso di membrane. Gli impianti utilizzati sono stati molto vari per quanto riguardava le dimensioni, i trattamenti superficiali e le case produttrici (30 double etched 3i, Osseotite, Biomet); 10 SLA1 Astratech; 26 ossidati anodicamente Nobel Biocare; 12 CaPO4 ceramic-blasted Lifecore Biomedical; 7 ZirTi Sweden & Martina Spa; 2 ITI Straumann; e 1 Biotec). Anche i siti riceventi erano molto vari: 10 incisivi, 7 canini,
36 premolari, e 35 molari. Il follow-up medio è stato di 27 mesi, durante i quali non è stato perso nessun impianto (sopravvivenza = 100%) e non è stata rilevata alcuna differenza tra gli impianti caricati a 4 mesi e quelli caricati a 6 mesi o più (209 impianti di confronto).
Di conseguenza gli autori ne deducono che un intervallo di 4 mesi tra l’innesto di osso di banca e l’inserzione dell’impianto sembra essere un periodo sicuro per ottenere un alto tasso di sopravvivenza e una buona osteointegrazione.

Questi studio clinico ha verificato la sopravvivenza implantare in caso di aumento orizzontale di cresta, con utilizzo di osso omologo di banca e 7 diversi tipi di impianti. La sopravvivenza è stata del 100% e i risultati hanno dimostrato che con questa tecnica rigenerativa le fixture possono essere caricate protesicamente già a 4 mesi con buona predicibilità.

European Journal Oral Implantology, 3(1):59-69, 2010

CARICO PRECOCE DOPO AUMENTO VERTICALE DI CRESTA CON UTILIZZO DI MEMBRANE IN E-PTFE RINFORZATE IN TITANIO E IDROSSIAPATITE NANOSTRUTTURATA: STUDIO PROSPETTICO A 2 ANNI

Viene riportato un protocollo di rigenerazione verticale dell’osso con idrossiapatite arricchita con magnesio e membrane in PTFE eseguito su 42 impianti inseriti contestualmente e caricati dopo 3 mesi. Dopo 24 mesi la sopravvivenza è stata del 100%, con risultati ottimali in termini di stabilità implantare e di mantenimento dei volumi di osso recuperati.

Journal of Periodontology, 81:344-349, 2010

ELEVAZIONE DEL PAVIMENTO DEL SENO PER MEZZO DI OSTEOTOMI E SIMULTANEO POSIZIONAMENTO DI IMPIANTO IN ALVEOLI GUARITI CON INNESTO DI MATERIALE: 3 ANNI DI FOLLOW-UP

In 30 alveoli che al momento dell’estrazione presentavano difetti ossei residui, gli autori sono intervenuti rigenerando i siti con idrossiapatite arricchita di magnesio. A distanza di 3 mesi hanno collocato gli impianti con contestuale rialzo di seno per via crestale. A 36 mesi la sopravvivenza implantare era del 100% e il guadagno osseo era significativo.

Clinical Oral Implants Research, first published online 2010 Nov 19

ALTERAZIONI OSSEE PERIMPLANTARI APICALI E MARGINALI IN SITUAZIONI DI RIALZO DEL SENO CON INNESTO DI OSSO AUTOGENO O MATERIALE OSSEO BOVINO, CONTESTUALMENTE AD INSERIMENTO IMMEDIATO O DIFFERITO DI IMPIANTI

È stato osservato il comportamento osseo radiografico intorno a 282 impianti inseriti in seni rialzati con diverse variabili: osso autologo dalla cresta iliaca vs osso bovino, impianti contestuali al rialzo vs impianti differiti. A 24 mesi, la sopravvivenza implantare era maggiore nel gruppo riabilitato con impianti contestuali al rialzo di seno (99,3%) rispetto a quelli differiti (96,5%); il riassorbimento osseo crestale era significativamente inferiore nel gruppo trattato con osso bovino rispetto a quello trattato con osso autologo. All’interno del primo gruppo, il riassorbimento osseo crestale a 2 anni era a sua volta significativamente minore nel caso di impianti inseriti contestualmente al rialzo rispetto a quelli differiti.